Le voci della guerra fredda
La guerra fredda fu anche una guerra radiofonica, una vera battaglia ideologica combattuta via etere tra comunisti e anticomunisti. Questa è il tema de "Le voci della guerra fredda - Radio Roma contro Radio Praga" programma in dieci puntate, andato in onda su RadioTre nel Novembre 1993.
La trasmissione è costruita esclusivamente sui documenti - tutti inediti - trovati nell'archivio della Radio ceca a Prerov nad Labem, un pugno di case ad una trentina di chilometri da Praga. Negli archivi sono custodite anche le carte relative a "Oggi in Italia", la trasmissione clandestina nata da un accordo diretto tra il Pci e il Partito comunista cecoslovacco nel 1949. Per diciotto anni, dal 1950 al 1968, ben cinque volte al giorno, sulle note di "Va' pensiero" irrompeva nelle case di milioni di italiani quella che i comunisti ritenevano "la voce della verità", una sorta di Rai rossa, di "Unità" parlata, seguita come - durante la guerra - Radio Londra.
"Questi documenti", spiega Giovanni De Luna, autore del programma con la collaborazione di Stefano Vitali, "non soltanto evocano le atmosfere del 'decennio delle passioni' , ma consentono anche di sciogliere alcuni nodi di grande interesse storiografico. Tutta la programmazione di 'Oggi in Italia' rifletteva nel suo palinsesto l'impronta pedagogico-autoritaria assunta dalla politica culturale del Pci".
"Apriremo le botteghe degli scandali democristiani, ne elencheremo le menzogne e vi diremo chi è il fesso della settimana", annuncia lo speaker di "Oggi in Italia" il 26 marzo del 1951. Il governo italiano non rimase a guardare: contro la radio rossa furono intraprese iniziative giudiziarie e diplomatiche su cui esercitò la propria ironia Gaetano Salvemini, un intellettuale non certo sospettabile di simpatie comuniste. "Il Minculpop di oggi", scrive su Il Ponte nel 1954, "non è certo più intelligente di quello di ieri".