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"Dalla Dacia alla Romania"

  • Andato in onda:24/04/2015
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      Torna, dopo le due esperienze del 2014, Alle otto della sera lo storico programma trasmesso per dieci anni da Radio2, con quattro serie nuovissime, in onda solo su Rai WebRadio6. Questa volta abbiamo coinvolto nell'iniziativa gli storici Luigi Mascilli Migliorini, Luciano Canfora, Livio Zerbini ed Alessandro Barbero. 


      Iniziamo con “Il Principe di Metternich”, per gli italiani il freddo Cancelliere austriaco che con il Congresso di Vienna realizzò l'egemonia asburgica della penisola e contrastò fino a che rimase al potere, con ogni mezzo, il processo di unificazione. Fu lui a definire l'Italia una espressione geografica, trasformandosi così in uno dei personaggi della nostra Storia patria più antipatici e meno amati. Luigi Mascilli Migliorini ci racconta l'altra faccia di Klemens Von Metternich, nobile renano educato alla forza della diversità, nato per costruire e costretto invece, consapevolmente, ad aggiustare e tenere in piedi un mondo in rovina; un uomo straordinario che misurò le sue capacità con un grande avversario, il più grande che si possa immaginare – Napoleone - riuscendo con pazienza e con le sue doti diplomatiche a sconfiggerlo. Un uomo che però, alla fine, dovette arrendersi alla forza del cambiamento e della Storia.


      “La guerra civile Ateniese”: in questo ciclo Luciano Canfora racconta la guerra civile che scoppiò ad Atene pochi mesi dopo la nascita del governo oligarchico dei Trenta, favorito e imposto dallo spartano Lisandro. Siamo nell'inverno 404/403 a.C.; nel settembre dello stesso anno verrà restaurato il governo democratico favorito a sua volta dal Re di Sparta Pausania; ma il viaggio di Canfora – con le guide Senofonte e Tucidide - parte da lontano, - da Pericle - attraversa la guerra del Peloponneso tra Sparta e Atene, incontra le vicende di Alcibiade, di Socrate, di tutti i protagonisti di questa lunga storia che vide contrapposti senza tregua e senza pietà i democratici e gli oligarchici, fino ad arrivare al declino dello stesso impero ateniese.


      “Dalla Dacia alla Romania” di Livio Zerbini: racconto delle guerre intraprese dall'imperatore Traiano contro la Dacia nel 101-102 e 105-106 d.C. La Dacia fu l'ultima duratura conquista dei Romani, ma anche uno dei primi territori ad essere perduti, nel 271 d.C. L'esistenza della Dacia come provincia romana fu quindi abbastanza breve: 165 anni. Ciononostante la quantità e la qualità delle vestigia daco-romane supera, almeno in alcuni ambiti, i rinvenimenti di più longeve province vicine; soprattutto, per quanto breve, la presenza romana mutò radicalmente la vita e la civiltà della Dacia, con effetti profondi e irreversibili, tanto che la sua romanizzazione fu completa sia sul piano sociale sia su quello culturale, come è del resto avvalorato dal romeno, un'enclave linguistica neolatina in un contesto slavo. La fonte più importante ed evocativa per lo studio di queste guerre è la Colonna Traiana, uno dei capolavori assoluti dell'arte romana, interamente ricoperta da un lungo fregio a bassorilievo, che la avvolge a spirale, in cui si avvicenda la narrazione degli avvenimenti, come in un film. 


      E per finire… “Il Divano di Istanbul” di Alessandro Barbero. Racconto della storia dell'Impero Ottomano, lo spauracchio dell'Occidente con le scorrerie dei suoi pirati e i suoi impalamenti, con i suoi giannizzeri e le sue mire espansionistiche; un Impero dove il sultano uccideva tutti i fratelli una volta raggiunto il trono e aveva potere di vita e di morte sui suoi sudditi; ma al contempo, un Impero multietnico, multiculturale e tollerante, dove cristiani, musulmani e ebrei convivevano serenamente e prosperavano; dove il talento dei singoli veniva riconosciuto, dove non esisteva il concetto di nobiltà così come lo conosciamo in Occidente e dove si aprivano incredibili possibilità di carriera per rinnegati occidentali o per giovani contadini di origine cristiana. Un viaggio alla scoperta di una parte essenziale della storia d'Europa, che le cronache di oggi mostrano di ignorare. Questo ciclo ha una particolarità: è stato registrato qualche anno fa, ma non andò mai in onda su Radio2; ne esiste solo una versione sul web ma non in podcast. Per questo è stato rielaborato da Elisabetta Malantrucco, che ha realizzato anche gli altri tre, per entrare a far parte di diritto della nuova serie del programma, che ha trovato una sua nuova vita sulla web radio.

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